Quando si parla di plastica spesso è “bianco o nero” e raramente si raccontano tutte le sfumature del “grigio” che si trovano nel mezzo. RaccoLtala Giusta nasce qualche anno fa con lo scopo di restituire obiettività e oggettività al dibattito sulla plastica, senza voler veicolare un’informazione forzatamente di parte ma, semplicemente, aggiungendo una voce oggettiva, corretta e scientificamente provata.
Oggi leggiamo con piacere sempre più voci autorevoli nelle istituzioni e nella stampa, che sostengono posizioni che noi proponiamo da anni, che citano dati che noi contribuiamo a diffondere tutte le settimane e che raccontano di una gestione della plastica, in Italia, in Europa e, più in generale, in Occidente, molto virtuosa.
Forse si sta iniziando a valutare sempre più oggettivamente l’importanza e l’impatto ambientale dei materiali, come scrive Federico Rampini sul Corriere della sera nell’articolo “un mondo senza plastica? Pensateci bene” dove cita l’analisi di Daniel Yergin.
L’articolo comincia da uno dei temi più caldi, quello della plastica nei mari. “Per cominciare, la piaga della plastica non riciclabile e del suo accumulo nelle discariche o nelle acque oggi non è più una malefatta del mondo sviluppato, se non in minima parte. L’America genera meno dell’un per cento delle plastiche che finiscono negli oceani. Il 90% delle plastiche gettate nei fiumi e poi da lì nei mari è concentrato in dieci grandi corsi d’acqua in Asia e Africa, in paesi che non praticano né la raccolta differenziata né alcun’altra forma di controllo e disincentivo sulla gestione dei rifiuti”.
Come ricorderanno i più attenti noi avevamo affrontato questo tema già diversi anni fa con una video pillola dedicata proprio all’inquinamento nei mari: https://www.raccoltalagiusta.it/video-pillole/10-grandi-fiumi-extrauropei-responsabili-inquinamento-oceani/
Si passa poi a una puntuale disamina dei settori in cui la plastica è presente e fondamentale, se non insostituibile.
- In tutte le forme di energia rinnovabile…
- Negli aerei, per ridurne il peso e quindi l’uso di carburante e le emissioni…
- Negli imballaggi, per ridurre contaminazioni, spreco alimentare e malattie…
- Nelle tubature, dove sostituisce i metalli garantendo più igiene e meno manutenzione…
- Nelle sale operatorie, nei laboratori dove si fa ricerca, nelle mascherine che abbiamo a lungo indossato…
L’articolo si chiude poi con due affermazioni chiave “Viviamo meglio e più a lungo, grazie alla plastica” e “Questo è il mondo reale. Prima bisogna conoscerlo. Poi bisogna capire in quali modi possiamo accelerare una transizione energetica che riduca le emissioni carboniche”.