L’Independent ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio relativo alla sostituzione degli imballaggi di plastica. Gli orientamenti della grande distribuzione nel Regno Unito non sembrano differire da quello che avviene in Italia. Riteniamo quindi utile richiamare alcuni contenuti dell’articolo che possono favorire una riflessione sulle misure da prendere in favore della tutela dell’ambiente.
Alcune alternative agli imballaggi di plastica sono meno sostenibili
Lo studio sostiene che i supermercati e i giganti della distribuzione alimentare, che abbandonano gli imballaggi di plastica, stanno adottano materiali e soluzioni più dannosi per l’ambiente.
Sotto la pressione del pubblico, che ormai considera la plastica la responsabile numero uno dell’inquinamento, le aziende stanno introducendo contenitori di cartone rivestiti con materiali non riciclabili e sacchetti che creano emissioni di gas serra “molto più elevate”.
Secondo i ricercatori i nuovi articoli, come le posate compostabili o in legno, potrebbero avere conseguenze ambientali potenzialmente maggiori, comprese emissioni di carbonio più elevate, rispetto alla plastica.
Green Alliance (l’ente indipendente dedicato alle problematiche ambientali) ha intervistato addetti ai lavori di cinque supermercati del Regno Unito e sette grandi aziende che producono generi alimentari e prodotti per l’igiene e la persona, giungendo alla conclusione che sta emergendo un approccio disarticolato e potenzialmente controproducente per risolvere l’inquinamento da plastica.
Uno dei supermercati intervistati ha riferito che le lamentele dei clienti sulla plastica erano state “feroci”, sostenendo che la plastica “è malvagia, indipendentemente dagli aspetti positivi sullo spreco di cibo e altri pregi. “Solo nell’ultimo anno abbiamo registrato un aumento dell’800% delle richieste anti plastica da parte dei clienti.”
Le soluzioni prese sotto la pressione dell’opinione pubblica possono essere controproducenti
Green Alliance valuta “una tendenza preoccupante” la sostituzione, da parte di alcuni supermercati dei sacchetti di plastica monouso per prodotti sfusi e prodotti da forno con sacchetti di carta monouso, “che spesso sono inutili quanto le loro controparti in plastica e possono avere impatti di carbonio molto più elevati, sebbene ciò dipenda dalle fonti dei materiali e dalle specifiche del prodotto”.
Le decisioni di abbandonare la plastica sono state spesso prese senza considerare l’impatto ambientale dei materiali sostitutivi o se esistessero infrastrutture adeguate per la raccolta e il trattamento. I consumatori fanno una grande confusione sul significato di bio-based, biodegradabile e compostabile.Alcune aziende che avevano adottato la plastica compostabile hanno riportato che non si è degradata come previsto. Da parte di molti addetti ai lavori si ritiene che il Governo dovrebbe avere un ruolo più importante nel definire l’utilizzo della plastica e il riciclo fissando degli standard per i vari settori.
Le cannucce in fibra di legno e le cannucce di carta sono rivestite con materiali non riciclabili, mentre i sacchetti dichiarati compostabili o a base biologica danneggeranno i flussi della plastica se inseriti erroneamente nel riciclo, proprio come i normali sacchetti di plastica danneggeranno il riciclo di altri materiali. Andrew Opie, del British Retail Consortium, ha dichiarato: “Tutti i rivenditori responsabili concordano sul fatto che il cambiamento climatico deve essere al centro della loro attività, sia che si tratti di approvvigionamento di prodotti o di cambiare l’imballaggio.
“La plastica rimane il materiale più efficace in molte circostanze, ad esempio i cetrioli avvolti nella plastica durano 14 giorni in più, riducendo lo spreco di cibo.”Una strategia coerente per i rifiuti e le risorse è quella che dà la priorità alla riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti che acquistiamo, non semplicemente alla riduzione dell’uso di plastica”.
Esperti e anche ambientalisti inglesi concordano che la guerra dichiarata alla plastica all’insegna di “plastic free” non è la soluzione contro l’inquinamento ambientale e può portare a risultati opposti all’obiettivo. Che è esattamente ciò che sostiene da tempo Unionplast. La sostenibilità dei materiali va valutata su basi scientifiche e non sotto la pressione dell’opinione pubblica o di gruppi di interesse e molte alternative alla plastica vissute come “green” non sono tali alla prova dei fatti.