La plastica: una scelta sostenibile per il settore dei beni di consumo

Nel contesto della crescente preoccupazione per l’impatto ambientale dei materiali di consumo, lo studio di Trucost “Plastics and Sustainability: A Valuation of Environmental Benefits, Costs and Opportunities for Continuous Improvement” fornisce una valutazione dei benefici e dei costi ambientali della plastica rispetto ai materiali alternativi. Questo articolo analizza i principali punti emersi dallo studio, che evidenzia come l’uso della plastica per gli imballaggi sia più efficiente e sostenibile rispetto alle alternative disponibili.

Efficienza materiale della plastica

Secondo lo studio di Trucost, sostituire la maggior parte della plastica utilizzata nel settore dei beni di consumo con altri materiali aumenterebbe i costi ambientali di quattro volte. Questo rilevante aumento si deve principalmente alla necessità di maggiori quantità di materiali per svolgere le stesse funzioni della plastica. Sebbene l’impatto ambientale per tonnellata di plastica sia marginalmente superiore rispetto al mix di alternative, la plastica si distingue per la sua efficienza: è necessaria una media di quattro tonnellate di materiali sostitutivi per ottenere la stessa funzione di una tonnellata di plastica.

Questa efficienza è dovuta alle proprietà fisiche e chimiche uniche della plastica, che permettono un uso molto più razionale ed economico rispetto ai materiali che potrebbero sostituirla.

I costi ambientali nelle diverse aree

Lo studio di Trucost suddivide i costi ambientali associati all’uso della plastica e delle sue alternative in diverse aree: Europa, Nord America, Asia, Oceania, America Latina e Caraibi, Medio Oriente e Africa. Ad Europa e Asia è attribuita la maggior parte dei costi ambientali.

Un aspetto critico emerso dallo studio è la gestione inefficiente dei rifiuti in alcune regioni, come la Cina, che comporta costi ambientali sproporzionatamente elevati rispetto a quelli sostenuti in Nord America ed Europa. Questi costi tengono conto delle condizioni locali come la scarsità d’acqua, la densità di popolazione e la combinazione di ecosistemi naturali. Lo studio evidenzia come questi costi aumenterebbero ulteriormente, in tutte le aree, se si passasse all’uso di materiali alternativi, arrivando a quadruplicarsi in regioni come il Nord America e l’Europa e a quintuplicare in Africa e Medio Oriente.

Riduzione degli sprechi alimentari

Un altro punto fondamentale a favore dell’uso della plastica, emerso dallo studio di Trucost, riguarda la sua capacità di ridurre gli sprechi alimentari, che è un problema significativo a livello globale. Secondo la FAO circa un terzo di tutto il cibo prodotto viene perso o sprecato. Nei paesi industrializzati il 40% degli sprechi alimentari avviene a livello di vendita al dettaglio o consumo. L’imballaggio in plastica, grazie alle sue proprietà conservanti, può prolungare la durata di conservazione degli alimenti, riducendone così gli sprechi.
Negli Stati Uniti, ad esempio, il 31% dell’offerta alimentare disponibile a livello di vendita al dettaglio e consumo viene sprecato. La produzione di cibo richiede l’80% di tutto l’uso di acqua dolce, il 51% dell’uso del suolo e il 15% del bilancio energetico del Paese. I rifiuti alimentari rappresentano quindi il 25% di tutto l’utilizzo di acqua dolce negli Stati Uniti e il 4% del consumo totale di petrolio nel paese. Inoltre, l’impronta di carbonio dei rifiuti alimentari è stimata in 3,3 miliardi di tonnellate di CO2.
Innovazioni tecnologiche, come il confezionamento in atmosfera modificata (MAP) e il confezionamento sottovuoto (VSP), hanno consentito di estendere la freschezza dei prodotti alimentari. Ad esempio, lo studio di Denkstatt citato da Trucost evidenzia come l’uso di imballaggi in plastica per le bistecche di manzo possa ridurre significativamente i rifiuti alimentari e, di conseguenza, i costi ambientali associati alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti di carne bovina. La riduzione netta dei costi ambientali è stimata in 606 dollari per tonnellata di bistecche, grazie ai mancati costi ambientali associati alla produzione di carne bovina sprecata.

Conclusioni

In conclusione, la plastica utilizzata per gli imballaggi, sebbene abbia un costo ambientale per tonnellata marginalmente più alto rispetto ad alcune alternative, offre una serie di vantaggi significativi in termini di efficienza materiale e capacità di ridurre gli sprechi alimentari. L’adozione di innovazioni nel confezionamento e una gestione più efficiente dei rifiuti possono ulteriormente migliorare il profilo ambientale della plastica. Pertanto, la plastica rimane una scelta sostenibile e razionale per il settore dei beni di consumo, contribuendo alla riduzione complessiva dei costi ambientali globali.

Sulla plastica si è detto tutto e il contrario di tutto.
Per questo è importante saper distinguere le informazioni giuste.

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