In questi giorni è stata pubblicata la nuova proposta PPWR, il Regolamento sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio, da parte della Commissione Europea. Le nuove proposte rappresentano un chiaro bisogno di stabilire delle norme uniformi sugli imballaggi nel mercato interno.
Prima di diventare esecutive le proposte dovranno essere presentate al Parlamento Europeo e al Consiglio, ma la prima stesura risulta essere estremamente penalizzante per l’industria italiana che ha raggiunto importanti traguardi nella gestione dei rifiuti e nel riciclo degli imballaggi di plastica.
L’Italia, infatti, non solo guida la classifica sulle performance di economia circolare 2022 insieme alla Francia, ma risulta anche essere la nazione europea che negli ultimi cinque anni ha incrementato maggiormente le sue performance (con 20 punti si classifica al primo posto staccando di quattro punti Germania e Polonia).
L’Italia e tutti gli Stati Europei si confermano comunque molto attenti al tema della gestione dei rifiuti e l’uso circolare della materia.
Ma cosa succede al di fuori dei confini europei?
Per scoprire cosa succede nel mondo riportiamo i dati dello studio di Lourens Meijer pubblicato sulla rivista Science Advances.
Lo studio ha analizzato la quantità di rifiuti di plastica nei vari paesi e quella che viene gestita in maniera impropria (rifiuti in plastica scaricati in luoghi sbagliati o senza una corretta gestione). Dei 350 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica generate ogni anno, circa un quinto viene gestito in modo scorretto.
Nell’infografica sono evidenziati i paesi che guidano la classifica della gestione impropria dei rifiuti di plastica per l’anno 2019.
Unità di misura: tonnellate
A livello globale, i paesi che hanno una cattiva gestione dei rifiuti di plastica sono soprattutto quelli asiatici: la Cina gestisce in modo sbagliato 12,2 milioni di tonnellate, così come l’India che supera i 10 milioni di tonnellate.
Il terzo paese per importanza sono le Filippine che da sola rappresenta il 37% di tutti i rifiuti solidi urbani rilasciati nell’oceano. Va detto però che Le Filippine stanno mettendo in atto diverse soluzioni per moderare questo importante problema ambientale: il paese ha recentemente chiuso più di 300 discariche illegali e sta promuovendo l’uso di discariche sanitarie e una corretta separazione dei rifiuti.
Nord America, Europa e Oceania rappresentano, insieme, solo il 5% dei rifiuti plastici mal gestiti. Va detto che queste cifre non tengono conto della quantità di rifiuti esportati all’estero: alcune nazioni ricche sono note per esportare parte dei loro rifiuti nelle nazioni più povere, anche se questa pratica sembra in fase di ridimensionamento (nel 2019 le Filippine hanno rifiutato numerosi container di rifiuti canadesi).
Anche in Africa orientale si trovano delle criticità come l’arcipelago delle Comore che si posiziona in cima alla lista con oltre 4500 bottiglie di plastica pro capite, all’anno.
In questo panorama l’Europa risulta il continente più virtuoso nella gestione dei rifiuti, ma questo non deve frenare la corsa a trattare tutti i rifiuti in modo corretto. L’Italia è sulla buona strada, ma l’auspicio è che si arrivi presto ad adottare sistemi e regole validi per tutti.