Microplastiche: tutto vero o sono fake news?

Di recente la rivista Plastix ha pubblicato un interessante articolo a firma di Marco Ortenzi, che analizza la campagna mediatica scatenata a seguito di un report del WWF sul tema delle microplastiche.

Nella guerra contro le materie plastiche le microplastiche si sono imposte all’attenzione dell’opinione pubblica come importante causa di inquinamento e per le alterazioni dell’ambiente antropico dell’ecosistema naturale. Le pubblicazioni su questo tema sono passate da poche decine nel 2012 a 1135 nei primi sei mesi del 2021. Purtroppo molti dei messaggi che vengono costruiti su questi studi sono spesso superficiali se non addirittura distorti e non veritieri. Come esempio di cattiva comunicazione l’articolo si sofferma su un caso emblematico.

Quanta microplastica ingeriamo?

Il caso descritto che ha suscitato scalpore circa un anno fa è rappresentato dal report “No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People”, commissionato dal WWF a Dalberg Advisors e condotto da Kala Senathirajah e Thava Palanisami dell’Università di Newcastle (Australia), secondo il quale ognuno di noi ingerisce circa 5 grammi di microplastica alla settimana, l’equivalente in peso di una carta di credito. Il report non era basato su uno studio ma si trattava di una review su 52 lavori di altri autori.

Il comunicato dell’ateneo che ha pubblicato il report riportava che ingeriamo circa 2000 microframmenti di plastica alla settimana corrispondenti a 21 grammi al mese. Di questi l’85% proviene dall’acqua che beviamo, in particolare da quella minerale.

 

Un po’ dubbioso su questi valori l’autore dell’articolo ha consultato altre fonti scientifiche che esaminano la presenza di microplastiche nell’acqua, la loro dimensione e il peso. I calcoli formulati attraverso fonti alternative portano a 21,5 milligrammi ingeriti in 21 litri di acqua alla settimana, valore ben lontano dai quasi 5 grammi citati nel report.

 

Sulla base dell’articolo “Human Consumption of microplastics” pubblicato su Environmental Science and Technology il numero di particelle di microplastica con le quali una persona che vive negli Stati Uniti può entrare in contatto attraverso l’alimentazione o per inalazione ogni anno sarebbero in media 122.000 (da 117.000 a 263.000). Questi dati ci dicono che nell’ipotesi massima il nostro organismo ogni giorno assume circa 300 frammenti di microplastica per un peso di 1,1 grammi l’anno. Anche in questo caso parliamo di valori molto diversi dai 5 grammi alla settimana.

 

I ricercatori dell’Università di Wageningen nei Paesi Bassi hanno preso in considerazione, partendo dal 154 studi, la quantità di particelle di microplastiche rilevate in pesci, molluschi, crostacei, acqua corrente potabile oppure in bottiglia, birra, sale e aria per valutare quanta plastica effettivamente si ingerisce ogni giorno e quale sia il contributo dei vari cibi e bevande. Lo studio conclude che ogni essere umano, se ha meno di 18 anni, assume in media 553 particelle di microplastiche al giorno attraverso cibo e bevande che corrispondono a 184 nanogrammi, mentre un adulto ne ingerisce 883 corrispondenti a 583 nanogrammi. Questi valori si riferiscono all’assunzione di microplastiche, e sono quindi diversi dall’accumulo, dato che una porzione viene espulsa attraverso le feci. Dallo studio emerge che un ragazzo, quando compie 18 anni, ha accumulato l’equivalente di 6,4 nanogrammi di microplastiche, mentre a 70 anni lo stock sarà pari a 40,7 nanogrammi. (0,0000004 gr). Le microplastiche che arrivano dal cibo, quindi, secondo questo modello sarebbero in grandissima parte espulse fisiologicamente dal nostro organismo e la quantità accumulata nel corso della vita è trascurabile.

 

 

Il caso dello studio commissionato dal WWF non è purtroppo isolato: la propensione al sensazionalismo, la demonizzazione delle plastiche basata su studi mal interpretati, su adesione acritica al pensiero dominante è diventata una pratica molto comune nei mezzi di comunicazione.

 

https://www.plastix.it/allarme-microplastiche-sono-solo-fake-news/

Sulla plastica si è detto tutto e il contrario di tutto.
Per questo è importante saper distinguere le informazioni giuste.

Raccoltala Giusta

Raccolta differenziata
delle informazioni sulla plastica