Riscaldamento globale e raccolta differenziata sembrano a prima vista due temi molto lontani tra di loro, ma non è così. In una recente intervista Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, ha chiaramente detto che il riciclo dei rifiuti è una delle armi principali su cui puntare per ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030.
Raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti possono ridurre sensibilmente le emissioni di CO2
Alla domanda di un giornalista Cingolani risponde: “Certamente l’arma primaria resta ridurre l’uso di combustibili fossili. Ma spesso non si considera che se avessimo un’economia davvero circolare emetteremmo molta meno CO2. Se non dobbiamo produrre nuova plastica, nuovo vetro, o alluminio o carta, perché recuperiamo, ricicliamo e riusiamo ciò che abbiamo già, risparmiamo una quantità enorme di energia. E quindi emettiamo molti meno gas serra, non a caso la circolarità è un tassello fondamentale del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
L’Italia è al primo posto in Europa per tasso di circolarità
Essere leader in Europa in un ambito così importante è certamente significativo dell’impegno italiano, ma nei prossimi anni questo impegno dovrà essere mantenuto e anzi, mostrare un’accelerazione.
La raccolta differenziata in Italia ha già superato gli obiettivi UE per il 2025
Dobbiamo anche tenere conto che il 2020, anno della pandemia, ha fatto aumentare la domanda di prodotti imballati: le esigenze di sicurezza sanitaria ha infatti spinto i consumatori a non comprare alimenti sfusi.
Quasi la metà degli imballaggi in plastica viene riciclata
Il riciclo è il cardine dell’economia circolare
Dal mite un miliardo e mezzo per la raccolta differenziata e il riciclo
Un miliardo e mezzo di investimenti per le “Città circolari”: il 30 settembre il ministero della Transizione ecologica pubblicherà i decreti con i criteri di selezione dei progetti relativi agli investimenti per le infrastrutture a supporto della raccolta differenziata e per gli impianti di riciclo. La misura punta a conseguire gli obiettivi di riciclo fissati dalla normativa comunitaria, che prevede che al massimo il 10% dei rifiuti finisca in discarica e che il 65% venga invece riciclato.
“La buona notizia – annuncia il ministro Cingolani – è che mettiamo in moto l’altro grande filone di interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello dedicato all’economia circolare. I progetti partiranno già nelle prossime settimane”.
Gli investimenti comprendono misure di potenziamento, digitalizzazione e ammodernamento delle infrastrutture per la raccolta differenziata e si muovono secondo tre assi: infrastrutturazione della raccolta differenziata, impianti per il riciclo delle frazioni della differenziata e flussi critici.
“Bisogna migliorare sia la quantità che la qualità di quello che viene raccolto – prosegue il ministro Cingolani – e l’introduzione di nuove tecnologie faciliterà la raccolta per i cittadini”.
Il 60% degli investimenti sugli impianti di riciclo andrà al Centro-Sud. Una particolare attenzione verrà dedicata alla frazione organica che oggi costituisce il 30% circa di tutta la produzione di rifiuti e che dovrà essere valorizzata per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di riciclo e di decarbonizzazione.
Altro capitolo importante del progetto “Città circolari” del Mite riguarda i rifiuti speciali, come i fanghi provenienti dagli impianti di depurazione che oggi costituiscono una criticità spesso affrontata con strumenti emergenziali e che invece saranno sfruttati al meglio nell’ottica del modello di economia circolare.
Corepla, Relazione sulla gestione 2020,
ISPRA, Terzo Rapporto sull’economia circolare in Italia,
Intervista al Ministro Cingolani Repubblica del 25/09/2021
Sito del Ministero della transizione ecologica